REDDITO DI CITTADINANZA – Patto per l’inclusione sociale

REDDITO DI CITTADINANZA - Patto per l'inclusione sociale

REDDITO DI CITTADINANZA

Il Reddito di Cittadinanza, disciplinato dal decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito in legge 28 marzo 2019, n. 26, è un sostegno per famiglie in condizioni disagiate finalizzato al reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale. Consiste in un beneficio economico accreditato ogni mese sulla Carta RdC, una nuova carta prepagata, diversa da quelle rilasciate per altre misure di sostegno.

Per i nuclei familiari composti esclusivamente da uno o più persone di età pari o superiore a 67 anni, il Reddito di Cittadinanza assume la denominazione di Pensione di Cittadinanza.

Per sapere come si presenta la domanda, quali sono i requisiti, gli adempimenti e l’importo, e per avere ulteriori informazioni su questo beneficio economico, è possibile consultare il Manuale “Reddito di Cittadinanza”, pubblicato nel sito https://www.inps.it/nuovoportaleinps

Tutte le informazioni relative ai requisiti d’accesso, alla modalità di invio e alle caratteristiche del beneficio sono pubblicate ed aggiornate sul sito https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=53209


PATTO PER L’INCLUSIONE SOCIALE

Agli interventi di cui al Patto per l’inclusione sociale i nuclei familiari accedono previa valutazione multidimensionale finalizzata ad identificare i bisogni del nucleo familiare e dei suoi componenti, tenuto conto delle risorse e dei fattori di vulnerabilità del nucleo, nonché dei fattori ambientali e di sostegno presenti.
La valutazione è organizzata in un’Analisi preliminare, da svolgersi in occasione della prima convocazione del nucleo familiare (entro 30 giorni dal riconoscimento del beneficio e in una più approfondita analisi, qualora la condizione del nucleo familiare risulti più complessa. In esito alla Analisi preliminare si determina quindi il percorso successivo: i servizi coinvolti nella definizione del progetto e la tipologia di progetto.
Il Progetto deve essere sottoscritto dai componenti del nucleo familiare entro 20 giorni lavorativi dalla data in cui è stata effettuata l’Analisi preliminare.
La ratio del Patto per l’inclusione sociale è che il reddito da solo non basti ad uscire dalla povertà, in quanto la mancanza di reddito spesso non è la causa della povertà, ma il suo effetto. Le cause invece possono essere diverse e, tipicamente, di natura multidimensionale. Per evitare le “trappole della povertà” è importante agire sulle cause con una progettazione personalizzata che individui bisogni e risorse di ogni nucleo famigliare, predisponga interventi appropriati, lo accompagni verso l’autonomia.
È un percorso in cui i servizi in rete – sociali, socio-sanitari e centri per l’impiego, prioritariamente – assumono una chiara responsabilità nei confronti dei cittadini più vulnerabili e questi si impegnano, si “attivano”, all’interno di un Patto personalizzato insieme concordato.
L’obiettivo è quello di accompagnare il sostegno economico, con un progetto concretamente orientato alla rimozione delle condizioni che sono alla radice della situazione di povertà.
Poiché rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana è un principio fondamentale della nostra democrazia, l’intento è quello di costruire anche per le persone maggiormente distanti dal mercato del lavoro percorsi di cittadinanza e di inclusione attiva piuttosto che di mera assistenza, tramite una strategia partecipata e progettuale che contribuisca a contrastare la povertà e l’esclusione sociale nel nostro paese.
La via indicata per realizzare questo obiettivo è l’ingaggio (engagement in inglese e francese significa impegno reciproco, coinvolgimento razionale ed emotivo delle persone volto al raggiungimento di un risultato) per l’attivazione comune delle famiglie, dei servizi sociali, dei servizi per l’impiego e dei cittadini, anche tramite i soggetti del terzo settore, sulla base di un Patto personalizzato che accompagni il nucleo familiare verso l’autonomia, tramite azioni di supporto all’integrazione lavorativa, sociale e/o civica, come anche alla dimensione della genitorialità nel caso di nuclei con figli minori.
L’adesione al Patto per l’inclusione sociale (o al Patto per il lavoro), per i nuclei non esentati, è una condizione necessaria per il mantenimento del beneficio economico. Il Patto deve essere sottoscritto dai componenti del nucleo familiare entro 20 giorni lavorativi dalla data in cui è stata effettuata l’Analisi preliminare.
Sono previste sanzioni, nonché la sospensione e decadenza dal Reddito di cittadinanza, nelle ipotesi di mancato rispetto degli impegni assunti dal nucleo familiare con la sottoscrizione del Patto per l’inclusione sociale (per mancata presentazione alle convocazioni o agli appuntamenti, o per mancato rispetto di altri impegni previsti dal Patto per l’inclusione sociale).
Sono inoltre previste ulteriori ipotesi sanzionatorie, anche di carattere penale, nei casi in cui si è percepito il Reddito di cittadinanza a seguito di dichiarazione mendace o di utilizzo di documenti falsi o attestanti cose non vere e nei casi di omissione di informazioni dovute (reclusione da due a sei anni). Inoltre,
l’omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio entro i termini, è punita con la reclusione da uno a tre anni.


IL REDDITO DI INCLUSIONE (REI)

Il Reddito di inclusione (REI) è una misura di contrasto alla povertà dal carattere universale, condizionata alla valutazione della condizione economica.
A seguito dell’introduzione del Reddito di cittadinanza, dal 1° marzo 2019 il REI non può più essere richiesto e, a partire dal successivo mese di aprile, non è più riconosciuto né rinnovato (Decreto legge n. 4/2019, art. 13).
Per coloro ai quali il Reddito di inclusione sia stato riconosciuto prima del mese di aprile 2019, il beneficio continua ad essere erogato per la durata inizialmente prevista, fatta salva la possibilità di presentare domanda per il Reddito di cittadinanza. Il Reddito di inclusione non è in alcun modo compatibile con la contemporanea fruizione del Reddito di cittadinanza da parte di alcun componente il nucleo familiare.
COSA PREVEDE
Il REI si compone di due parti:
1. un beneficio economico, erogato mensilmente attraverso una carta di pagamento elettronica (Carta REI);
2. un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà, predisposto sotto la regia dei servizi sociali del Comune.
Dal 1° gennaio 2018 il REI aveva sostituito il SIA (Sostegno per l’inclusione attiva) e l’ASDI (Assegno di disoccupazione).

Pagina aggiornata il 19/07/2024

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito? 1/2
Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?1/2
Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2
Inserire massimo 200 caratteri